L’acido
ossalico viene usato per combattere il “varroa destructor”,
perché è il più conveniente, non lascia residui nel miele, e ben
sopportato dalle api in qualsiasi modo si propina nell’alveare,
è considerato un principio attivo “naturale”, attualmente non è
ancora contemplato dal regolamento CE 2377/90 sui MRL (massimi
limiti residuali).
La soluzione
d’acido ossalico va preparata prima dell’uso intiepidendo
l’acqua distillata, sciogliendovi dentro l'ossalico e
aggiungendovi poi lo zucchero. La sospensione agisce per
contatto, per combattere il “varroa destructor”, può essere
conservata per un periodo abbastanza lungo a temperatura
inferiore a 5°C, mentre per quelle superiore si ha un notevole
aumento dell’idrossimetilfurfurolo diventando tossica per le
api.
Attualmente è
somministrato alle api mediante sgocciolamento e spruzzatura, si
stanno sperimentando altre tecniche d’intervento che sfruttano
la capacità dell’acido ossalico che oltre una determinata
temperatura sublima.
Il
trattamento mediante spruzzatura, è ben tollerato dalle api,
risulta molto laborioso per chi a molte arnie,
può presentare dei rischi per l’operatore, quindi
bisogna adottare tutte le misure di protezione, in quanto le
particelle sospese nell’aria inspirate possono irritare le
mucose, quindi si consiglia durante la manipolazione di
proteggersi sia la pelle, con guanti monouso e sia gli occhi e
le vie respiratorie con maschere appropriate. I trattamenti
vanno effettuati nelle ore più calde di una bella giornata,
per dare il tempo alle api di asciugarsi.
La necessità
di garantire le misure minime di sicurezza e di protezione
dell’operatore apistico, in relazione alle conoscenze acquisite,
ha portato a perfezionare la tecnica di trattamento per
sgocciolamento, che è molto indicato per chi ha un elevato
numero di colonie, questo consiste nel somministrare dall’alto,
nell’intercapedine dei favi, per mezzo di una siringa, per uso
veterinario, 5 ml. di soluzione per ogni favo Dadant-Blatt
coperto d’api.
DOSI
Preparazione: 1000 ml. d'acqua distillata, 1000 grammi
di zucchero, 100 grammi d’acido ossalico.
Utilizzo: gocciolare 50 ml di soluzione con una siringa
sulle api presenti tra i favi.
Temperatura > 10° C
|
Acqua distillata ml.
|
Zucchero gr.
|
Acido Ossalico gr.
|
Soluzione ml.
|
Alveari trattati n°.
|
1000 |
1000 |
100 |
1600 |
32 |
500 |
500 |
50 |
800 |
16 |
250 |
250 |
25 |
400 |
8 |
125 |
125 |
12,5 |
200 |
4 |
62,5 |
62,5 |
6,25 |
100 |
2 |
31,25 |
31,25 |
3,125 |
50 |
1
|
|
La soluzione, con 100 grammi di acido ossalico, è
troppo concentrata |
Preparazione: 1000 ml. d’acqua distillata, 400 grammi di
zucchero, 80 grammi d'acido ossalico.
Utilizzo: gocciolare 50 ml di soluzione con una siringa
sulle api presenti tra i favi.
Temperatura > 10° C |
Acqua
distillata ml.
|
Zucchero gr.
|
Acido Ossalico
gr. |
Soluzione
ml. |
Alveari trattati
n°. |
1000 |
400 |
80 |
1240 |
24,8 |
500 |
200 |
40 |
620 |
12,4 |
250 |
100 |
20 |
310 |
6,2 |
125 |
50 |
10 |
155 |
3,1 |
62,5 |
25 |
5 |
77,5 |
1,55 |
31,5 |
12,5 |
2,5 |
38,75 |
0,77
|
|
Riservato a chi ha un elevato numero di colonie;
Riducendo di quasi metà la dose d’acido ossalico
questa si rivela ancora molto
efficace e tollerata dalle api. “ Riducendo la dose
di zucchero da 1.000 grammi
a 400 sembra che il danno alle api sia inferiore"
|
Preparazione: 1000 ml. d’acqua distillata, 28 grammi
d'acido ossalico.
Utilizzo: nebulizzare 50 ml di soluzione sulla facciata
dei favi presidiati
dalle
api, dopo averli estratti singolarmente.
Temperatura > 10° C |
Acqua
distillata ml.
|
Zucchero gr.
|
Acido Ossalico
gr. |
Soluzione
ml. |
Alveari trattati
n°. |
1000 |
|
28 |
1000 |
20 |
500 |
|
14 |
500 |
10 |
250 |
|
7 |
250 |
5 |
125 |
|
3,5 |
125 |
2,5 |
62,5 |
|
1,75 |
62,5 |
1,25 |
31,5 |
|
0,87 |
31,5 |
0,62
|
|
Riservato a chi ha poche colonie;
Permette di visitare nel contempo a fondo l’alveare;
I trattamenti vanno effettuati nelle ore più calde di
una bella giornata,
per dare il tempo alle api di asciugarsi.
|
Preparazione: 675 ml. d'acqua distillata, 675 grammi di
zucchero, 35 grammi d’acido ossalico.
Utilizzo: gocciolare 50 ml di soluzione con una siringa
sulle api presenti tra i favi.
Temperatura > 10° C |
Acqua
distillata
ml. |
Zucchero gr.
|
Acido Ossalico
gr. |
Soluzione
ml. |
Alveari trattati
n°. |
675 |
675 |
35 |
1080 |
21,6 |
337,5 |
337,5 |
17,5 |
540 |
10,8 |
168,75 |
168,75 |
8,75 |
270 |
5,4 |
84,32 |
84,32 |
4,37 |
135 |
2,7 |
42,16 |
42,16 |
2,33 |
67,5 |
1,35 |
21,08 |
21,08 |
1,16 |
33,75 |
0,67
|
|
La soluzione consigliata dagli svizzeri.
|
Le
dosi, sono riferite per ogni alveare di 10 favi, interamente
coperti dalle api, ridurre la dose in proporzione al numero di
favi effettivamente presidiati dalle api.
I difetti
evidenziati nelle soluzioni descritte hanno spesso portato, gli
apicoltori di alcune zone in funzione del clima locale, a
preferire concentrazioni minori d’acido ossalico.
Diminuendo le
concentrazioni non significa, ridurre il grado d’efficacia
dell'ossalico, perché si ridurranno in proporzione anche i
componenti della soluzione, in modo da trovare un compromesso
tra l’efficacia del trattamento e gli effetti secondari sulle
api.
Considerato
che durante la stagione apistica la maggior parte delle varroe
si trova per circa 2/3 nella covata opercolata e per un 1/3
sulle api adulte, l’applicazione delle tecniche di cui sopra è
limitata al periodo autunno – inverno o in assenza di covata.
Si consiglia
di non usare il prodotto in modo sconsiderato, per evitare il
pericolo dell’assuefazione. Attendere un nuovo ciclo di covata
prima di effettuare una seconda operazione di pulizia
antivarroa, in modo che le api non subiscono due volte lo stesso
trattamento (ottobre-novembre), è possibile effettuare
trattamenti ravvicinati quando si è in presenza di un immediato
ricambio generazionale ( gennaio-febbraio).
Il
trattamento autunnale è definito di “pulizia radicale” e
raggiunge un’efficacia anche superiore al 95 %, a condizione che
nelle colonie trattate è trascorso almeno un mese dall’ultima
alimentazione solida, dato che l’assorbimento del candito, che
avviene lentamente da parte delle api, provoca alla regina
lo stimolo alla deposizione.
E’ possibile
trattare le colonie anche quando si alimentano con sciroppo
molto concentrato, in grande quantità e per un breve periodo,
perché la nutrizione concentrata per un breve ciclo, non stimola
la regina a deporre ma, ha la funzione di integrare solo le
scorte.
La caduta
delle varroe, dopo il trattamento, si manifesta all’incirca dopo
24-48 ore.
Durante i
trattamenti rimangano sempre sulle api una percentuale variabile
di varroe, l’importante è conoscere quanta. Per risalire alla
percentuale di varroe in fase foretica si deve effettuare un
trattamento di controllo con un prodotto testato è applicare
la seguente formula, (AC/(AC+AT)) x 100 = percentuale di
varroe cadute, dove, AC = acari caduti in seguito al trattamento
con acido ossalico; AT = acari caduti in seguito al trattamento
di un prodotto testato ( perizin ).
La
sorveglianza sulla percentuale di caduta, in assenza di
covata, consente di accertare in tempo l’aumento del numero di
acari e di adottare le necessarie sottigliezze di lotta. Quando
non si riesce con due trattamenti ad arrivare ad una percentuale
alta di caduta, maggiore del 95 % , si deve cambiare prodotto
perché si è in presenza dell’assuefazione della varroa.
Per un
continuo monitoraggio della varroa destructor, in assenza di
trattamenti, si può ricorrere al varroagramma, (pubblicato sulla
rivista Apitalia n. 9-10 / 2002) così si può avere un’idea del
grado d’infestazione nell’alveare, se è il caso di intervenire
subito o eventualmente aspettare. Questo presuppone che
l’apicoltore sia a conoscenza del livello di soglia per
l’intervento nell’alveare perché l’equilibrio tra ospite e
parassita varia al variare dei mesi, da pochi acari in gennaio a
migliaia in agosto.
Apisticamente
Angrisani ing. Pasquale.
Testo tratto dal sito www.apicoltura2000.it |